Web radio, il futuro è già qui

Web radio, il futuro è già qui

Da sempre la radio è uno dei mezzi più apprezzati dagli italiani, che oggi la ritengono persino più attendibile della televisione. Ma cosa intendiamo quando parliamo di “radio”?

È curioso notare come sotto il termine “radio” vengono indicati sia l’apparecchio fisico che permette l’ascolto, sia il contenuto che viene trasmesso.

Ma sarà vero ancora oggi?

Per molti anni la radio veniva identificata semplicemente con quell’apparecchio, per altro anche ingombrante, che troneggiava in salotto. Poi siamo passati alle radio portatili, per arrivare al luogo in cui la radio trionfa ancora oggi: l’automobile.

Nel mentre, abbiamo abbandonato una forma di ascolto collettivo e famigliare per abbracciarne una sempre più privata e solitaria. Questo tratto si è andato esasperando a partire dagli anni 2000, con l’invenzione dei primi cellulari. Cuffiette nelle orecchie, e via, isolati dal mondo.

Oggi, la nuova frontiera di sviluppo di questo mezzo senza tempo è il digitale, che permette di superare non solo i limiti di spazio legati alla ripetizione del segnale, ma anche quelli di tempo, dato che i contenuti possono essere ritrovati anche in podcast online, per essere ascoltati quando più aggrada.

Le web radio, cioè tutte le emittenti che trasmettono in forma digitale il proprio palinsesto attraverso Internet, sono quindi il vero futuro della radiofonia, sebbene in Italia vengano ancora bistrattate e spesso considerate come radio di seconda classe.

Lo streaming via Internet offre in realtà moltissimi vantaggi: non richiede grandi esborsi (specialmente in confronto alle tradizionali radio fm), né una particolare preparazione tecnica; inoltre, la trasmissione (così come la ricezione) può avvenire da qualunque luogo, a condizione che si abbia un accesso ad Internet.

Le web radio, che nel corso di questi ultimi anni si sono moltiplicate, sono anche riuscite nell’impresa di raggiungere quel pubblico che le radio tradizionali non hanno ancora conquistato: i giovanissimi e le diverse nicchie, che rappresentano comunque un mercato interessante per potenziali investimenti pubblicitari.

Non è quindi un caso che, negli ultimi anni, anche le radio tradizionali FM abbiano cominciato ad aprire canali tematici via Web, temendo evidentemente di perdere ascoltatori.

L’unico ostacolo che appare ancora come insormontabile per la diffusione definitiva delle web radio è legato allo sviluppo tecnologico: la radio, ancora oggi, viene ascoltata prevalentemente in auto, ma in Italia i veicoli dotati di DAB (Digital Audio Broadcasting) di serie sono ancora relativamente pochi, permettendo alle radio FM di continuare a prosperare.

Il trend, però, si sta rapidamente invertendo: i paesi dell’Europa del Nord, da sempre precursori nell’adozione di nuove tecnologie, stanno investendo sempre più nel DAB e in Norvegia si è già arrivati al completo switch-off delle radio analogiche nazionali.

L’Italia, nel tentativo di velocizzare questa rivoluzione tecnologica, ha proposto che al più presto tutti gli apparecchi radiofonici abbiano la contemporanea possibilità di ricevere i programmi analogici FM e quelli digitali DAB+.

Dal 2020, poi, potranno essere vendute solo radio con il doppio sistema analogico/digitale.

È chiaro ormai a tutti, o per lo meno dovrebbe esserlo, che le web radio sono il futuro, nemmeno troppo lontano.

Marco Racchella

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