Milano da scoprire: San Babila
Una della piazze più famose e rappresentative di Milano è sicuramente Piazza San Babila.
Qui, nel corso del tempo, si sono mischiati infatti aperitivi glamour, attivismo politico e nascenti sottoculture giovanili.
La piazza prende il nome dalla Basilica di San Babila ed è collegata alla vicina Piazza del Duomo da Corso Vittorio Emanuele, una delle storiche via dello shopping milanese.
Secondo gli storici, la costruzione della Basilica di San Babila risalirebbe agli ultimi decenni dell’XI secolo.
In realtà datare la struttura è molto difficile, in quanto della costruzione originale oggi non rimane praticamente nulla.
L’attuale edificio, infatti, è il risultato di notevoli trasformazioni architettoniche operate nel corso del tempo, in particolare tra la seconda metà del XIX e la prima metà del XX secolo.
Sul finire dell’Ottocento, a causa delle condizioni precarie, la chiesa venne restaurata, aggiungendo una facciata neoromanica.
Anche il campanile, crollato nel 1575, fu riedificato nel 1821 in stile barocco.
Nonostante ciò, la basilica ha avuto sempre una grande importanza non solo religiosa, ma anche storico-politica.
Presso la basilica ebbero origine, ad esempio, le gloriose “Cinque Giornate di Milano”, uno degli episodi più importanti della storia risorgimentale italiana.
Se inizialmente San Babila si presentava semplicemente come uno slargo davanti alla basilica, in epoca fascista si iniziò a costituire una vera e propria piazza che potesse soddisfare le esigenze di una popolazione cittadina in aumento.
Larga parte delle architetture che si affacciano sulla piazza risalgono quindi agli anni Trenta, costituendo un perfetto esempio di architettura fascista.
Nel 1943 Piazza San Babila fu colpita dai bombardamenti alleati.
Nonostante ciò quell’inconfondibile impronta architettonica rimase inalterata.
Nel dopoguerra la piazza iniziò ad essere frequentata dall’alta borghesia milanese, la cosiddetta “Milano bene”, assumendo quell’aspetto glamour e modaiolo che la contraddistingue ancora oggi.
È però negli anni Sessanta che San Babila divenne progressivamente un importante centro di aggregazione politica e culturale.
Qui si riunivano infatti i giovani sostenitori di una destra di ispirazione neofascista.
Negli anni successivi, San Babila vide anche la nascita di numerosi fenomeni di costume e di sottocultura giovanile, questa volta completamente slegati dalla politica.
I più famosi erano probabilmente i cosiddetti “paninari”, giovani che si riconoscevano grazie ad un abbigliamento griffato e all’adesione a uno stile di vita fondato sul consumismo.
Questo carattere vitale e innovativo di Piazza San Babila è in parte dovuto anche alla vicinanza all’Università Statale di Milano, da sempre luogo di aggregazione e diffusione delle idee.
Oggi San Babila si distingue per i numerosi negozi e bar alla moda, nonché per essere un punto di snodo tra le più importanti vie del centro di Milano.
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