Intervista ad Enrico Ruggeri: tra punk e modernità
Cantautore, scrittore, musicista vero: Enrico Ruggeri è sicuramente uno degli artisti che hanno segnato più profondamente la storia della musica italiana.
Partendo dal punk dei Decibel, Ruggeri si è sempre messo alla prova con stili e generi diversi, riuscendo ad ottenere grandi risultati.
Sempre attento al mondo che lo circonda, è uno dei pochi cantautori ad essersi avvicinato volontariamente e proficuamente alla nuova scena indie.
L’album “Le canzoni ai testimoni”, in cui lascia interpretare i propri brani ad artisti come Marta sui Tubi, Rezophonic e Dente ne è la prova.
Oltre ai suoi più grandi successi, tra cui il singolo “Si può dare di più” assieme a Morandi e Tozzi, l’album “Peter Pan” del 1991 e le due vittorie al Festival di Sanremo, Ruggeri ha scritto molto anche per altri cantanti.
Il brano “Il mare d’inverno”, affidato a Loredana Bertè, porta la sua firma, così come “Quello che le donne non dicono”, uno dei pezzi più famosi di Fiorella Mannoia.
L’ultima fatica di Enrico Ruggeri è l’album “Alma”‘, il trentacinquesimo della sua carriera, pubblicato il 15 marzo 2019.
Questo disco segna il ritorno del cantautore milanese a tre anni di distanza da “Un viaggio incredibile” e dopo un intenso biennio insieme ai Decibel.
Il ritorno alla tradizione si nota anche dalla scelta di usare, nella registrazione del disco, solo strumenti musicali veri, suonati dall’uomo, senza alcun ausilio da parte del computer.
Le 11 tracce di “Alma” non sembrano essere legate tra loro da un filo conduttore, ma compongo più che altro una summa di belle canzoni, dense di significato.
È evidente che Ruggeri, forte della sua esperienza e della lunga carriera, può permettersi di incidere ciò che vuole, senza vincoli o costrizioni, dando libero spazio a quelle che sono, appunto, le espressioni più sincere della sua anima.
L’unica collaborazione presente nel disco è il brano “Il pallone”, in duetto con Ermal Meta, a mantenere viva quell’attenzione verso le giovani leve e la scena indie.
Non manca però un riferimento al genere da cui ha preso il via la carriera di Ruggeri, il punk.
A chiudere l’album si trova infatti la commovente “Forma 21”, una canzone in onore di Lou Reed, morto nel 2013.
Questa una breve introduzione ad un artista italiano che Ieri 29 Aprile 2019 ho avuto l’ onore di intervistare con Veridiana Meleleo in uno speciale del suo programma Beauty Outing.
Siamo arrivati nel suo studio di registrazione a Milano e l’ emozione era palpabile sia in me che in Veridiana.
Mentre montavo la postazione radiofonica Enrico Ruggeri stava terminando la sua promozione radiofonica ad RTL 102.5 e alle 16.45 puntuali si presenta nei suoi studi e ci accoglie come perfetto padrone di casa.
Tralasciando i gusti personali musicali mi sono subito reso conto di essere davanti ad uno degli artisti italiani più longevi e famosi, anzi direi che il termine più appropriato è L’HO REALIZZATO.
L’ intervista procede senza alcun intoppo ed Enrico si racconta alle domande di Veridiana facendo un UP and DOWN temporale tra i grandi successi del passato e raccontando il suo ultimo album ALMA.
Arrivano le domande degli ascoltatori tra cui una mi colpisce molto:
Chiede Stefano: ENRICO QUANTO E’ IMPORTANTE PER UN ARTISTA CONTINUARE A METTERSI IN GIOCO?
Enrico risponde: Ciao Stefano ti ringrazio per la domanda. Credo che sia la cosa più importante per un artista, ma per un uomo in generale… Sono partito con LIVE con 30 persone davanti di cui 15 non mi ascoltavano nemmeno… ed oggi sono qui… Bisogna sempre mettersi in gioco.
Tra un brano del nuovo album e l’ altro si arriva alle 18 e ci dobbiamo congedare da Enrico ricordando il suo concerto 11 Maggio 2019 al Fabrique di Milano.
Vorrei ringraziare pubblicamente Enrico Ruggeri per l’ ospitalità, per la disponibilità, ma soprattutto per la sincerità con cui ha risposto alle domande di Veridiana.
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