Diario di una stagista: Ogni epoca ha la sua storia
E’ arrivato giovedì e sicuramente starete aspettando le mie riflessioni che comunico nel diario di una stagista: Ogni epoca ha la sua storia.
Cari ragazzi, ci siamo lasciati parlando di quanto sia importante comunicare al momento giusto e oggi voglio raccontarvi di quanto la nostra zona di comfort incida profondamente nella nostra vita quotidiana.
E’ difficile soprattutto per noi giovani uscire dagli schemi e liberarci dai pensieri e convinzioni. Se un pensiero si impossessa di noi, sarà difficile che cambiamo idea in fretta.
A differenza degli adulti, la mente dei ragazzi è più soggetta a creare pensieri, idee. Una specie di lampadina continua ad accendersi e ad illuminare le nostre giornate.
Il termine che viene utilizzato in psicologia per descrivere quest’evento prende in nome di “insight” dall’inglese “illuminazione”.
Questo viene considerato un aspetto positivo dalle persone più adulte perchè ci consente di rimanere allenati ma a volte queste idee possono creare un gap generazionale.
Gap generazionale
Se ascoltiamo i discorsi degli adulti che parlano della gioventù di oggi, quasi sempre sentiamo dire “i giovani di oggi non sono più come quelli di una volta”.
Ho sempre considerato questa frase abbastanza ridicola e allo stesso tempo scontata, perchè ogni periodo storico è caratterizzato da diverse fatti, eventi, rivoluzioni quindi è normale che le persone si lasciano influenzare dai cambiamenti culturali, sociali, linguistici.
La tradizione, la cultura, la lingua, le mode cambiano soprattutto se pensiamo alla rivoluzione digitale e all’avvento dei social network che ha stravolto le abitudini e ha portato al divario tra gli immigrati digitali e i nativi digitali.
Ogni epoca ha la sua storia e le sue generazioni: gli adulti dovrebbero accettare le nuove abitudini e soprattutto liberarsi dai pregiudizi.
Spesso si dice che la vita è un cerchio perchè presenta sempre gli stessi eventi e fatti ma sono convinta che ogni periodo abbia la sua particolarità da considerare, anche perchè più il tempo passa e più le trasformazioni diventano incisive.
Vi faccio un esempio, prendendo in considerazione la comunicazione: dalla nascita della scrittura si è passati alla rivoluzione della stampa, e per finire si sono verificati cambiamenti con l’avvento della tecnologia.
Chissà quale sarà la prossima rivoluzione? Questo non significa che le “vecchie” generazioni devono, per forza, criticare perchè anche loro hanno vissuto periodi diversi rispetto a quello dei loro genitori e avranno sentito le solite frasi.
Bisognerebbe riuscire ad uscire dagli schemi: “il linguaggio dei giovani è troppo scurrile”, “ma come si vestono i giovani”, “ma cosa voi che sappiano, bisogna avere esperienza”, “i giovani non hanno voglia di lavorare” …
Stare al passo con i tempi
Gli adulti dovrebbero avere più fiducia nei confronti dei giovani e riuscire a stare al passo con i tempi. Poi, dovrebbero cercare di non omologare perchè ogni giovane ha i suoi pregi e suoi difetti, a seconda anche dell’ambiente in cui è cresciuto.
Come vi avevo già sottolineato, influisce tanto l’educazione che abbiamo ricevuto da piccoli quindi bisogna avere un certo criterio di valutazione.
Piuttosto di creare delle divisioni sociali bisognerebbe riuscire a creare un punto di contatto tra adulti e giovani, solo così riusciremmo ad eliminare certe barriere.
Questo è il mio pensiero e magari non sarà condiviso dalla maggior parte ma sono convinta che i giovani riporterebbero la mia stessa idea.
A mio parere, ci sta porre differenze tra le diverse generazioni ma dovrebbero farlo con più stile, magari inventando nuovi slogan. Questo è solo un mio consiglio.
Consiglio musicale
E’ arrivata il momento del consiglio musicale: “L’urlo di Munch” di Tecla.
Come riporta l’artista, questa canzone comunica il grido di una ragazza messa alla prova da un mondo che preferisce alimentare paura e smarrimento anziché speranze e sogni. La consapevolezza si accompagna al desiderio di “ballare la tempesta” e ricercare comunque un equilibrio. La protagonista individua nel famoso dipinto uno stato d’animo che sente con urgenza e che accomuna chiunque veda il mondo attraverso una forte sensibilità.
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Ciao , trovo la tua esposizione realista ,ben formulata . Personalmente penso che, nella civiltà occidentale questo dualismo di pensiero generazionale, sia dettato da uno sfrenato arrivismo.Ci impone di guardare avanti in modo ossessivo , non dando la possibilità di cogliere le sfumature che ritengo siano la finitezza della nostra vita . questo lo si vede col nostro prossimo in primis . Cambiare voldire essere unico e, quando uno è unico ha tutto.