A PASSO DISUGUALE Mattia, la rossa del treno e il Dylan Dog n.49

A PASSO DISUGUALE Mattia, la rossa del treno e il Dylan Dog n.49

Ilaria Simonini con A PASSO DISUGUALE Mattia, la rossa del treno e il Dylan Dog n.49 nelle grandi interviste di MRP ON AIR del mercoledì in diretta su www.silvermusicradio.it .

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A PASSO DISUGUALE Mattia, la rossa del treno e il Dylan Dog n.49

È luglio a Bologna: il cielo pesante, il caldo che preme. Mattia è sul treno del venerdì dopo la sua settimana da studente universitario, assorto come d’abitudine in un Dylan Dog. Quando, a un tratto, un calcetto a piede nudo lo distoglie dalla lettura: «Ce l’ho anch’io, quello». È Sara, capelli rossi e una confusione di lentiggini.

Lungo lo sferragliare delle rotaie, i due iniziano a parlare e si perdono presto in una dimensione tutta loro; tanto che, nel momento in cui dal finestrino lei scorge la sua stazione e scende di fretta, per l’altro è già scattato il più infantile dei colpi di fulmine.

Questo almeno racconta Loris, amico fraterno del protagonista e divertita voce narrante, che segue Mattia nell’evoluzione dei suoi ‘neuroni malmessi’. È Loris la spalla che lo regge quando lui s’irrigidisce e cambia. E lo sarà ancor più, insieme a una colorata schiera di personaggi e con un gatto nero a tenere il punto, di fronte a una patologia che li travolgerà senza preavviso. Fatta di insidie, passi incerti e stereotipi da sovvertire.

Ilaria Simonini

Ilaria Simonini

Ilaria Simonini nasce alla Spezia dove vive fino alla Maturità Classica. Ma già negli anni di liceo, la passione per il disegno e per i fumetti le suggerisce quanto ancora voglia esplorare nel mare di linguaggi alternativi, oltre a quello di Dante e soci.

Decide così di seguire la sua vena artistica. Si trasferisce a Bologna, dove si laurea al DAMS in Arti Visive e lavora per editori e agenzie di comunicazione, come grafica-illustratrice. È qui, fra slogan pubblicitari e riviste, che intuisce quanto la scrittura le manchi. Ma le resta ancora una curiosità prima di prendere la penna e scrivere; e dopo quindici anni con la matita in mano, per un probabile (eppure volontario) colpo di testa, abbandona la sua zona di comfort e diventa agente immobiliare. 

In ‘A passo disuguale’ confluiscono certo le sue varie passioni e alcuni stralci di vita. Ma la scintilla che dà luce alla storia si accende durante l’ennesima visione di ‘Profumo di donna’, nello splendido remake con Al Pacino. L’idea è semplice, democratica: svestire l’immagine letteraria del malato dal suo stereotipo e raccontare la persona in sé, senza preconcetti. Finalmente scissa dalle stigmate della patologia che porta addosso.

Marco Racchella

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