Alla scoperta della notte.. cosa è cambiato negli anni.
C’è un periodo della nostra vita, l’adolescenza, in cui la scoperta del mondo passa attraverso una serie di prove: una di queste è sicuramente la scoperta della notte.
La prima volta in discoteca diventa allora un’esperienza formativa, caricata delle più alte aspettative. In molti casi l’andare a ballare si trasforma poi in un rito collettivo, e la discoteca in un luogo franco, in cui solo i giovani hanno accesso.
Ma quali sono i luoghi sacri della vita notturna? E la notte è vissuta dai giovani di oggi come da quelli degli anni ’90?
Gli anni ’90 sono infatti rimasti nella memoria non solo di chi li ha veramente vissuti, ma anche nella memoria collettiva, per la voglia di trasgressione, sregolatezza, scoperta.
Erano gli anni dei Corona, di Gigi D’Agostino e degli Eiffel 65, ma anche del Festivalbar e del programma Deejay Time, di Albertino, Fargetta, Prezioso e Molella che passava tutte le novità di genere dance.
I punti di riferimento per la vita notturna, specialmente in estate, erano gli stessi che conosciamo ancora oggi, e ciò testimonia l’importanza della loro storia.
Da sempre Gallipoli e la riviera romagnola sono mete imprescindibili per i giovani: la prima può vantare il Samsara Beach, la seconda il Cocoricò di Riccione e la Baia Imperiale.
Anche a Milano i club non mancavano: il Rolling Stones per i rockers, l’Hollywood e il Plastic per la dance.
Ad oggi, molti di questi club sono rimasti in attività, mentre altri, come il Rolling Stone, hanno chiuso. Ciò non significa però che ai giovani le discoteche non interessino più.
Semplicemente sono nate forme simili ma alternative, come ad esempio le silent disco: la passione per la musica resta, le modalità cambiano.
Le silent disco propongono un format innovativo e democratico, anche se a volte potenzialmente alienante: tutti i partecipanti vengono dotati di cuffie wireless, così ognuno può ballare liberamente ascoltando la musica al volume che vuole; in molti casi, poi, è possibile scegliere persino tra diversi generi di musica, per personalizzare al massimo l’esperienza. Le cuffie, poi, hanno led colorati che, oltre a risultare gradevoli da un punto di vista estetico, permettono anche di riconoscere i diversi generi in riproduzione.
In questo modo, con una fruizione personalizzata, ci si discosta leggermente dall’idea originale delle discoteche, dove tutti ballano la stessa musica, ma l’idea di un gruppo che balla assieme rimane.
Un dettaglio interessante riguarda però anche chi organizza questo tipo di serate: infatti le silent disco possono avere luogo in qualunque location, anche all’aperto, senza il rischio di disturbare nessuno, e in molti casi si trasformano in una sorta di happening e fenomeno mediatico.
In un lasso di tempo di più di 20 anni il mondo dei giovani è cambiato, così come quello di fare serata: ciò che invece è rimasto invariato è la passione per la musica.